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Appunti per una leggenda
Già da qualche tempo aleggiava l’idea. Il gioco dei tappetti era fisso nella mia memoria come uno dei più bei divertimenti agonistici ed ingegneristici che avessi mai praticato e non mi rassegnavo a considerarlo come morto.
L’occasione nacque quando in una chiacchiera conviviale con gli amici dell’Ancma, che poi sarebbe l’associazione dei costruttori italiani delle due ruote, pronunciai queste semplici parole: “Al Salone Internazionale del Ciclo e Motociclo farò il campionato italiano dei tappetti!”. L’idea parve balzana, ma accettabile, e così, con la complicità giocosa che l’avvenimento richiedeva, levammo i calici ridendo solidali.
In quell’attimo nasceva la Federazione Italiana Giuoco Ciclo Tappo. Poco tempo dopo mi recai da Giampaolo Dossena, alla cui amorevole condiscendenza mi rivolgo sempre in tutti i casi nei quali mi vengono in mente idee che ad altri potrebbero apparire bizzarre. Gli esposi il mio caso: cosa gliene sembrava dell’idea di fare il campionato italiano dei tappetti? “Mi sembra giusto” rispose. Ed un lampo di divertita compiacenza stemperò la lapidarietà dell’affermazione. “Si deve chiamare ciclo-tappo” soggiunse poco dopo. Alle sue innumerevoli competenze letterarie aggiunge infatti anche quella di onomaturgo, cioè di inventore di parole.
Gualtiero Schiaffino
Tratto dall’intervento introduttivo a Il Grande libro del Ciclo-Tappo,
Feguagiskia’Studios, Genova, 1993.